Francesca Bullo
Da sempre appassionata di pratiche e filosofie mente-corpo, arte, lingue e culture straniere, ho lavorato per anni nell’ambito di progetti di traduzione e di apprendimento linguistico, soprattutto in ambito informale (non scolastico). Ho avuto così la possibilità di approfondire gli studi sulle forme di apprendimento attraverso l’arte e il movimento, scoprendo le immense potenzialità di quest’ultimo anche grazie al Metodo Feldenkrais® che pratico da anni e insegno regolarmente dal 2019 in varie sedi.
Dal 2022 propongo percorsi di educazione somatica attraverso il Metodo Feldenkrais® anche presso il Servizio di riabilitazione psichiatrica dell’Azienda Sanitaria di Bolzano. Parallelamente continuo ad occuparmi di proposte di formazione e di approfondimento di nuove modalità corporee di approccio alla didattica delle lingue.
Il mio incontro con
il Metodo Feldenkrais®
Nei momenti veramente difficili della vita ci troviamo faccia a faccia con noi stessi, senza via d’uscita davanti a domande scomode e spinose, che forse abbiamo rimandato per troppo tempo. Ci siamo passati più o meno tutti ad una certa età e io non ne sono stata certo immune. Trovo sempre interessante osservare come ciascuno di noi reagisce in queste situazioni, perché penso che ci sia molto da imparare sulle infinite declinazioni della natura umana.
Quando è capitato a me di vivere momenti dolorosi e bui ho cercato aiuto e conforto, tra gli altri, nei grandi maestri spirituali e nelle arti. Entrambi ci insegnano una verità fondamentale e imprescindibile e cioè che il dolore e la sofferenza, fisici o mentali che siano, sono il grande portale per la nostra trasformazione e crescita. A pensarci, potremmo dire che questa non è poi una gran scoperta, ma ciò che, secondo me, vale la pena ricordare è che questa consapevolezza ci deve accompagnare sempre, non solo nel momento difficile che si sta vivendo. Ciò che intendo dire è che il grande valore della vita risiede proprio nella sua dimensione di crescita ed espansione, ovvero nella nostra capacità di conoscere profondamente chi siamo. Dobbiamo insomma iniziare a considerare questo aspetto come un valore fondante, se non il senso ultimo delle nostre esistenze, sia ai fini della nostra autorealizzazione (e quindi della nostra salute), sia ai fini del progresso etico e spirituale dell’umanità.
Tutto ciò è ancora più importante se si considera l’epoca in cui stiamo vivendo, lacerata da profonde tensioni e gravi crisi; il rapidissimo emergere di nuovi paradigmi in ogni settore delle nostre vite, da quello socio-culturale a quello politico-economico passando per l’educazione, la scienza e la tecnologia è sotto gli occhi di tutti e questo ci impone una riflessione seria.
È in questo generale ripensamento dell’esperienza umana e, non ultimo della genitorialità, che ho rimodellato la mia filosofia di vita decidendo di dedicarmi agli studi sul potenziale umano, sullo sviluppo della persona e sulle forme di apprendimento informale, forte dei miei studi umanistici, delle mie esperienze e delle mie passioni. L’approccio che ho scelto, quello somatico, è stato largamente dettato da un incontro inaspettato ma fondamentale della mia vita, quello con il metodo Feldenkrais®, un metodo di educazione somatica che mi è parso la perfetta sintesi tra scienza e spiritualità e che, proprio per questo, mi sembra più completo e raffinato di altri, ma al tempo stesso facilmente accessibile a tutti. Moshé Feldenkrais era uno scienziato di origini ebraiche che ha saputo coniugare le discipline scientifiche con le tecniche corporee orientali sviluppando, da un dolore al ginocchio di cui soffriva, un metodo in grado di promuovere la consapevolezza dei processi psicomotori, e quindi l’unità organica di mente e corpo, attraverso il movimento.
In questo approccio ho trovato una profondità ed una originalità rare che mi hanno insegnato a sentire somaticamente, cioè dall’interno, la meravigliosa complessità e ricchezza di ciò significa essere “umani”. Ritengo che sia una delle forme più profonde e raffinate di autoconoscenza, e quindi di spiritualità, che abbia mai sperimentato: al termine di ogni lezione ritrovo immancabilmente non solo benessere e leggerezza, ma soprattutto la fiducia in quell’intelligenza organica che risiede in ciascuno di noi e che sembra emergere gradualmente dall’oblio con la crescente consapevolezza di sé. Una volta riscoperta, essa si trasforma in vitalità e gioia di vivere.
Nulla nei nostri schemi di comportamento è immutabile, se non il credere che lo siano.
— Moshe Feldenkrais